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03-07-2016 Tre Camosci sul Dente del Lupo
Dopo aver tenuto sotto controllo per un’intera settimana le condizioni meteo, alle ore 6:00 del 3 luglio 2016, io (Terminator), Alfredo (Puzzola) e Marco (Trombetta), partiamo alla  volta di Fonte Vetica. Dopo i rituali preparativi, con gli zaini carichi di materiale necessario per l’arrampicata, ci avviamo verso la nostra meta.  





Risaliamo il ripido pendio puntando dritti verso la cresta.





Dalla cresta iniziamo la discesa.



Ci addentriamo nel “Canale del Cosacco Sperduto”, discendendolo fino alla base.   





In poco più di due ore raggiungiamo la Forchetta di Penne.



Siamo alla base del Dente del Lupo; ora bisogna solo salire prestando la massima attenzione.



Il primo passaggio si sviluppa su un tratto verticale, con molti appigli e reso difficoltoso dalla roccia friabile che non permette l’utilizzo delle protezioni. Infatti per evitare che la roccia si frantumi, attrezziamo una protezione con un machard sulla corda fissa.



     
Superato il primo passaggio, ci spostiamo verso destra, la roccia sembra essere più stabile ed adatta a mettere qualche protezione. Poco più sopra notiamo una sosta. per poterla raggiungere siamo obbligati a superare un tratto esposto, quindi, per poterlo affrontare in tutta sicurezza, è necessario piantare un chiodo per assicurarci.   



Dalla base, con un tiro di circa 35 metri, raggiungiamo la prima sosta posizionata in un punto piuttosto scomodo. Trovata la posizione ideale, iniziamo a recuperare Marco, ultimo di cordata, sperando che gli sfregamenti della corda sul terreno non provochino cadute di sassi.




 
Dalla sosta, superato un breve passaggio verticale su roccia di pessima qualità, le difficoltà diminuiscono gradualmente e la placca man mano diventa sempre più appoggiata.



In un ambiente solitario e selvaggio come questo, non è facile incontrare altre persone; difatti poco prima di raggiungere la cima, ci accorgiamo che un provetto alpinista sta risalendo la via adiacente alla nostra, assicurandosi ad una delle corde fisse con un machard.



Alle 12:55, in poco più di un’ora dalla base, raggiungiamo la cima del Dente del Lupo.  
Vito, il provetto alpinista conosciuto da pochi minuti, si offre per scattarci l’immancabile foto di vetta.



Il nostro nuovo amico, da subito in sintonia con noi Camosci, ci consiglia di utilizzare per la discesa la stessa via fatta da lui per salire.
Ci assicuriamo con un machard alla corda fissa, ed iniziamo la calata.





Bastano una trentina di metri per raggiungere una comoda sosta.
Con due mezze corde da 60 mt, attrezziamo la doppia che con una sola calata ci condurrà alla base della via e per evitare inutili perdite di tempo, facciamo scendere Vito con la nostra corda.
Scende prima Alfredo, poi Vito, Marco e per ultimo io







TRADUZIONE:
Marco: “Ti sei legato alla nostra corda? Ora ci devi pagare una bottiglia di Birra a testa”.
Vito: “Va Bene vi pago quattro bottiglie di birra..... era meglio starmene a casa”.

Recuperiamo alla meglio il materiale usato per la salita in vetta e ci avviamo verso la Forchetta di Penne, pronti ad affrontare la faticosa salita che ci ricondurrà in cresta.



Dalla Forchetta di Penne, su indicazione di Vito, utilizziamo per la salita una via che si addentra in uno stretto canale erboso per poi sbucare a pochi metri dall’attacco del “Canale del Cosacco Sperduto”, quest’ultimo usato da noi per la discesa.
Non resta che dare un nome anche al canale indicato da Vito; lo chiameremo il “canale del trevigiano”.





Dalla sommità della cresta ripercorriamo a ritroso la stessa via dell’andata fino a raggiungere il piazzale di Fonte Vetica. Soddisfati dell’escursione, ci diamo appuntamento con il nostro amico Vito ad un bar della zona per un brindisi alla buona riuscita dell’impresa ma soprattutto alla nuova amicizia.






Per coloro che fossero intenzionati ad affrontare la salita sul Dente del Lupo:
  • Prima di partire accertarsi bene che le condizioni meteo siano a dir poco perfette; in caso di improvvisi temporali i ripidi pendii erbosi diverrebbero viscidi ed il canale che conduce alla Forchetta di Penne, potrebbe trasformarsi in un torrente impetuoso.

  • Utilizzare obbligatoriamente il casco poiché l’insidia maggiore è dovuta alla continua caduta di sassi.

  • Colui (coloro) che rimane alla base della parete per assicurare il primo di cordata, è preferibile si posizioni in luogo riparato porgendo attenzione verso l’alto in quanto è la stessa corda che, sfregando al suolo, provoca una vera e propria pioggia di sassi.  

Viva la montagna e chi la rispetta!


Relazione scritta da Alessandro

4 Commenti
Articolo del 22 Jul 2016 by Marco
by alfredo @ 23 Jul 2016 12:15 pm
Via terrificante sotto il punto di vista della roccia, ma l'ambiente è a dir poco MAESTOSO! smile
by fausto_74 @ 23 Jul 2016 02:57 pm
Dai gass... complimenti a voi tutti!!!

Domanda: ma Vito la birra l'ha pagata? Io pensavo gli chiedeste 1lt di Montepulciano!!!
by camosciojustin @ 25 Jul 2016 09:06 am
Bravi per la scalata e per aver riportato a casa la testa tutta intera!...... tongue laughing
by ClemClem @ 26 Jul 2016 03:57 pm
Vetta di prestigio in un ambiente severo…e pericoloso... Grandissimi complimenti per la salita!
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