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08-09-10/07/2016 Monte Adamello
Dalla graziosa e, a quest’ora deserta cittadina di Temù (BS), percorriamo col furgone la via per “Malga Caldea” chiaramente indicata da un cartello stradale.
Questa strada, che percorre in salita la valle dell’Avio, diventa sempre più dissestata ma la montagna è così.
Dopo qualche non simpatico tornante, ci troviamo davanti ad un bivio un po’ ambiguo, non sembra sia la strada giusta, ma in realtà è così.
Ok, si prende sulla sinistra per la carrareccia e si va sempre più su.
In effetti arriviamo alla malga.


Il tempo non è  proprio uno spettacolo.


Anche se nella foto c’è il presidente, la mamma di famiglia di nome Saponetta prepara il caffè con il fornellino, pezzo di crostata e poi preparazione.
Siamo pronti per partire.


Ore 09:20, DAI GAS!
Il gruppo è formato da quelle sei rupicapre che vedete nella foto, quindi: Terminator, Terminator 2, Clem Clem, Er Monnezza, Trombetta e Puzzola (myself).


I primi 3 Km di ripida strada asfaltata chiusa al traffico non ci fanno gioire più di tanto.


Dopo circa un’ora giungiamo al primo lago artificiale formato da uno sbarramento (Laghetto dell’Avio).
Ora si inizia a vedere meglio il panorama ed i nostri fragili animi avviliti dal sudore causato dall’umidità si ravvivano con la speranza che un mondo migliore si prospetti davanti a noi.
Abbiamo tutto il tempo per giungere al rifugio, quindi possiamo concederci il lusso di scattare alcune foto…


…pubblico la più brutta!




Abbandoniamo finalmente la grande strada che costeggia i più grandi laghi artificiali  dell’Avio e Benedetto per salire sulla destra lungo il sentiero molto ben segnato.




Pian piano saliamo attraversiamo scivoli d’acqua e torrenti impetuosi fino ad arrivare ad una grossa radura vaccosa…


...nel senso che ci sono le vacche al pascolo (Malga Lodevole, 2044m).
Tralasciamo un bivio da dove parte un sentiero sulla destra che porta al lago “Pantano d’Avio” ed andiamo avanti.


Attraversiamo il ruscello “Sciuscello” sopra un ponticello alquanto tritticarello.
Ora il sentiero si fa più ripido e sale a svolte a tratti in ombra.
Per fortuna qualche albero di buon cuore c’è a coprirci dal caloroso sole di questa giornata di inizio luglio!


Caldo, caldo, caldo ed ancora CALDOOOOO!!!!!!!!


Man mano che si sale, si scopre in lontananza la grande muraglia della diga che forma il lago del Venerocolo.


Dall’altro lato della valle invece ecco che si intravede la diga che forma il lago Pantano d’Avio.
Fine della salita, ora non ci resta che raggiungere il rifugio.


Transitiamo dalla chiesetta “Madonna dell’Adamello” da dove si gusta un panorama stupendo.


In breve, giungiamo finalmente al tanto atteso Rifugio Garibaldi (ore 13:00)


La grandissima cuoca del gruppo ci allieta con della fantastica insalata di riso preparata, con le sue “soffici” mani zezze da muratore, nella sua dimora teatina.


Dopo il lauto pranzo ci andiamo un po’ a stendere sulle brande per cercare di recuperare un po’ il sonno perso durante la notte di viaggio…tanto fuori piove!
Piove, piove, piove…ahò, ma che ti piovi?
Per fortuna, verso le 19:00, le precipitazioni cessano e pian piano, le nuvole iniziano a fare spazio ad i monti che ci circondano.
Presi dai morsi della fame, scendiamo le scale per recarci nella sala ristorante.


Saponetta ordina subito un litro di vino per accompagnare il pasto.


Dopo cena non c’è niente di meglio che un giro fuori dal rifugio per:


ammirare il tramonto;


ammirare gli stambecchi;


ammirare la vetta di domani.


Con questa insolita foto chiudiamo la giornata.


Sabato 09-07-2016

La ODIOSA, MALEDETTA, INSIGNIFICANTE, DISGUSTOSA vocetta della sveglia del cavolo dell’orologio di cacchio di Clem Clem (che puzza schiattà…no Clem Clem ma la sveglietta!), segna l’avvio della nuova giornata alle 04:30…cominciamo bene!
Ok, con calma, senza fretta e con molta attenzione, ci prepariamo, ci vestiamo, facciamo colazione, ci laviamo (altrimenti puzziamo di capra)...


...ed in fine calziamo gli scarponi per partire.


Ok, foto di partenza ed alle 05:25 iniziamo a muoverci.


Attraversiamo la diga fino a portarci sul lato opposto del lago e da li prendiamo il sentiero n°11 che risale tutta la morena fin sotto le pareti da dove inizia la via ferrata.




La salita è abbastanza ripida…


…ma l’ambiente è strepitoso!


Eccoci alla base della ferrata e Monnezza si spara subito un sorso di DOPING.










Questo tratto attrezzato non è particolarmente difficile ma è reso insidioso dai tratti scivolosi e ghiacciati quindi, non bisogna mollare mai.


Ferrata conclusa, ma ora bisogna attraversare un tratto molto pericoloso per via del pietrisco, delle rocce smosse e del ghiaccio. Concetrazione MASSIMA.


Ore 07:32, siamo al Passo Brizio (3149m)




Ci concediamo una breve sosta per ristorarci, per studiare l’itinerario e soprattutto per prendere il tanto atteso sole.


Qui sorge il bivacco Zanon-Morelli.


Ora, tramite un sentiero attrezzato, scendiamo nella Vedretta del Mandrone.
Qui, una cordata guidata da una guida alpina (giustamente si chiama guida perché guida! Però a pensarci bene anche un autista guida…autista alpina. No, suona male, meglio guida alpina) sale per cresta percorrendo la via che porta al Passo degli Italiani.
Noi invece, avevamo studiato l’altro percorso, leggermente più lungo ma ugualmente bello.


Attraverseremo tutto il fondo del ghiacciaio aggirando in basso il “Corno Bianco”.


Un mezzo pazzo a pantaloni corti attraversa il ghiacciaio in maniera opposta alla nostra…ci sta di gente strana al mondo!
Le due cordate sono le seguenti:


Cordata A: Clem Clem, Monnezza e The President.


Cordata B: Puzzola, Saponetta e Trombetta (povera Saponetta! E’ capitata tra due schifezze!)
Percorriamo il lunghissimo ghiacciaio (tra i più estesi d’Italia) fino ad affrontare una prima ripida salita.




Ora siamo di nuovo in piano ed i selfie si sprecano.




Ancora un’altra ripida salita che ci porta sul famosissimo “Pian di Neve”.


Abbiamo l’Adamello di fronte a noi.
Ci sono due possibilità: salire da sinistra o salire da destra.
Secondo la nostra relazione si sale da destra, quindi lungo dei passaggi di I e II protetti da corde fisse.
Ci dirigiamo verso la sella da dove parte il tratto roccioso.






Da lontano sembrava quasi impossibile arrampicare qui, ma una volta sul posto realizziamo che il I e II grado della relazione è reale.


Con questo non voglio assolutamente dire che è un tratto semplice, bisogna comunque essere preparati sia     tecnicamente che fisicamente, ma soprattutto psicologicamente.


Ancora pochi passi e siamo in vetta.


Ore 11:50, Monte Adamello, 3539 m.






Scambiamo quattro chiacchiere con le persone già in vetta e poi foto, foto ed ancora foto.


Il troglodita dell’Adamello saluta tutti.
Alle 12:25 iniziamo la discesa. Questa volta però non passiamo dal tratto attrezzato (cresta NE) ma dal versante opposto (cresta SO).


Alla fine però ci troviamo sempre sullo stesso ghiacciaio.


Di fronte a noi il “Corno Miller” (3372m).
Alla fine ci riagganciamo sulle tracce dell’andata e…


…Saponetta e Trombetta indicano la chiusura dell’anello.


L'allegro punto di ristoro.
Ripercorriamo a ritroso il lunghissimo ghiacciaio sfondando talvolta la neve a causa della temperatura elevata.


Risaliamo con calma la parete che ci conduce al “Passo Brizio”.
E scendiamo di nuovo dalla ferrata fino ad “atterrare” sulla morena glaciale.


Una straziente lapide.
Alle 17:30, dopo poco più di 12 ore dalla partenza, siamo di nuovo al rifugio Garibaldi meta di arrivo anche della gara di skyrunning che percorre l’alta via dell’Adamello.


Beviamo la nostra MERITATISSIMA birra insieme a Chiara, la gentilissima e simpaticissima dipendente del rifugio.


Foto di addio ed alle 18:20 si riparte per affrontare gli altri 8 “simpaticissimi” chilometri che ci separano dalla macchina.
Li affrontiamo nella maniera migliore che ci sia, ovvero sparando cavolate a raffica in maniera tale che la stanchezza ed il dolore alle ginocchia passi in secondo piano.


Un’apparizione celestiale l’abbiamo quando sotto di noi compaiono i grandi laghi artificiali, significa che mancano 3Km.
Poi la ripida discesa della strada asfaltata e alle 20:35 finalmente il furgone!


Non vediamo l’ora di toglierci gli scarponi puzzolenti per dare spazio alle più comode scarpette o ciabattine profumate.
Abbiamo prenotato una pensione al Passo del Tonale, quindi non abbiamo problemi. Potrebbe sorgere qualche dubbio che siano chiuse le mangiatoie visto l’orario.
Il grande TERMINATOR si mette alla guida del mezzo e, tagliando le curve, guidando contromano, impennando su due ruote, ci porta a destinazione in men che non si dica.
Per fortuna riusciamo a trovare un ristorante aperto dove possiamo reintegrare le energie consumate.


E vai con la “FORCA”!


Cin cin, all'ADAMELLO!
BUONANOTTE.

Domenica 10/07/2016


Buongiorno Camosci.


Breve visita al Passo del Tonale…


…al suo sacrario…


…ed al suo cartello.
Si riparte col furgone.


La “Presanella”.


Foto da incorniciare.


Giro a Madonna di Campiglio.


I super eroi.


Il pranzo.




Panorama sul lago di Garda.
Infine si torna giù in terra d’Abruzzi felici e contenti.
Cosa dire? Fantastica esperienza tra montagna, turismo, gastronomia e amicizia trascorsa nel migliore dei modi.
Piccolo consiglio per chi volesse salire sull’Adamello da questa via:
anche se la descrizione può far sembrare che l’itinerario risulti semplice, in realtà c’è bisogno di molto allenamento in quanto è veramente lungo
(35 Km a/r), ci sono inoltre alcuni passaggi su roccia molto insidiosi a causa del ghiaccio, dello sporco e dell’esposizione quindi, sempre occhio alla penna!
Da evitare assolutamente in caso i nebbia perché nel ghiacciaio è la fine.
Con questo vi saluto e vi do appuntamento alla prossima avventura dei: “CAMOSCI D’ABRUZZO”
Di seguto i dati dell'ascesa.






DAI GAS!


2 Commenti
Articolo del 27 Sep 2016 by Alfredo
by Marco @ 27 Sep 2016 10:38 pm
L'Adamello è bellissimo e ricco di storia. Una scalata davvero emozionante. Grazie amici! smile
by Alberto @ 28 Sep 2016 10:36 pm
Che bello ragazzi! Conosco quei posti in inverno e immagino lo spettacolo che avrete goduto!!!
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