Lasciata l’auto lungo la SR 487, iniziamo il nostro percorso che ci condurrà, salvo i imprevisti, a “Forchetta di Majella” passando per la “Fonte dell’Orso”. Il freddo è pungente (il termometro segna meno 7°) e la poca neve caduta qualche giorno prima è divenuta dura come il marmo.
Seguiamo la carrareccia per un breve tratto per poi immetterci nel sentiero ancora facilmente individuabile per la scarsità della neve.
In poco più di un’ora raggiungiamo la “Fonte dell’Orso”, completamente ricoperta dalla neve.
Dopo una pausa nei pressi della fonte, riprendiamo la marcia ed in breve lasciamo il bosco alle spalle ed iniziamo a risalire il tratto di radura.
La Forchetta di Majella attende il nostro arrivo.
Seguiamo il sentiero estivo fin dove la traccia è visibile poi, nel momento in cui scompare sotto la coltre di neve, decidiamo di proseguire a vista.
Alle 11:30 siamo a Forchetta di Majella.
La giornata è a dir poco spettacolare, il cielo terso e la temperatura non molto rigida ci invogliano a proseguire verso il Monte Amaro; di buon passo dovremmo stare in vetta in meno di due ore
Traduzione: Terminator "Marco un’altra volta sul Monte Amaro!!! Io ci sono stato undici volte finora!!!" Trombetta "Va bene, fai come ti pare. Anch’io ci sono stato undici volte"; T2 "Un’altra volta al Monte Amaro!!! Anch’io ci sono stata undici volte"
Ci guardiamo intorno, osserviamo le cime che ci circondano e, dopo un’attenta riflessione, giungiamo alla saggia conclusione di escludere il Monte Amaro come meta di oggi, ci siamo stati troppe volte.
Puntiamo il dito verso un cocuzzolo situato a pochissima distanza da noi. Si intravedono alcuni omini che segnano la cresta e conducono dritti verso quella cima.
Un fastidioso venticello gelido ci accompagna fin sopra la cima.
Nessuna croce di vetta, nessun segnale che indichi la cima, unica certezza che da qualsiasi parte ci dirigiamo si va in discesa. Siamo a quota 2.447 mt., la foto con la nostra bandiera non può mancare.
Ritorniamo a Forchetta di Majella ed iniziamo la discesa ripercorrendo lo stesso itinerario di salita.
In primo piano la catena del Morrone, sullo sfondo il Corno Grande.
I primi alberi annunciano l’inizio della faggeta.
Ultimo tratto prima di raggiungere il punto di partenza.
Alle 15:40 siamo di nuovo sulla SR 487.
Bellissima escursione che non va sottovalutata nel periodo invernale, specie nel tratto finale prima della Forchetta di Majella dove è consigliabile avere a seguito i ramponi e la piccozza.
Viva la montagna e chi la rispetta!
Relazione a cura di Alessandro.