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Bolivia 2017 (parte 5 di 5) - Huayna Potosi (6088 mt)

Mercoledì 05/07/2017 - Campo alto Huayna Potosi

Alle 08:30 ci viene a prendere l'impavido Lucio per andare a casa di Jenaro dove conosciamo l'altra guida andina Ilario ed il portatore Andrès. Carichiamo il materiale affittato (scarponi, caschi e piccozze), passiamo a prendere l'altro portatore, o meglio portatrice, Daniela e ci avviamo verso lo Zongo Pass.





Arriviamo al rifugio "Casa Blanca" che sta a 4800 mt, quasi come il Monte Bianco!



Mangiamo la "pastita" (pasta con in mezzo un pò di tutto) e ci prepariamo per la partenza. Ai portatori lasciamo scarponi e sacchi a pelo.



La prima parte del sentiero la percorriamo senza ramponi.





Salendo cominciamo ad incontrare la prima neve.





Arriviamo ad un rifugio che pensiamo essere il campo alto, invece si trova ad una quota più bassa.



Ilario ci consiglia di passare qui la notte per evitare l'affollamento del rifugio alto. Tanto fra le due strutture ci sono solo venti minuti di cammino. Noi decidiamo (saggiamente) di proseguire, perchè a queste quote, ogni metro di dislivello è prezioso.



Calziamo i ramponi e saliamo.



Incontriamo una famiglia (con bambini) del posto che con un abbigliamento di tutti i giorni si gusta una bottiglia di coca cola...



Più ci avviciniamo all'Huayna Potosi e più l'emozione è forte.



Dopo circa 02:30 ore di tranquilla camminata, siamo ai circa 5200 mt del campo alto.



Il rifugio non è gestito, nel senso che non fa ristorazione, ma è ben tenuto e ci sono dei letti a castello con i materassi.
L'inizio della traccia che faremo domani è ben visibile.



Le guide andine boliviane fanno un'esercitazione con la barella e prendono Gianluca come ferito



Ecco un'altra bella frase da scrivere e ricordare.



"La spazzatura che butti sul sentiero non parla però dice molto di te".



Il rifugio è pieno di gente e si respira un clima disteso e felice. A cena scambiamo due chiacchiere con dei simpatici ragazzi spagnoli. Regoliamo i ramponi sugli scarponi ed andiamo a dormire. Inutile dire che sono emozionatissimo, il solo pensiero di riuscire a superare i 6000 metri mi dà una carica indescrivibile.



Nella notte c'è molto movimento nel rifugio, parecchie persone accusano i fastidi provocati dalla quota. Nonostante tutto riesco a riposare abbastanza bene.

Giovedì 06/07/2017 - Huayna Potosi (6088 mt)

All'una suonano svariate sveglie, mi alzo per fare colazione ed arriva la brutta notizia, purtroppo Alessandro non sta molto bene, probabilmente è disturbato dalla quota e/o da quello che ha mangiato il giorno prima. Non se la sente di partire e Simonetta dedice di rimanere con lui. Li saluto con la promessa di fare il possibile per salire in cima anche per loro.
Formiamo due cordate: io e Lucio la prima, Ilario, Giovanna e Gianluca la seconda. Alle 02:00 si parte.



Seguiamo la grande traccia che sale costantemente fino al Campo Argentino, un pianoro a quota 5450 mt. Ricominciamo a salire fino ad una paretina più ripida (pendenza massima circa 50°) ma molto scalettata, che ci porta su un crestone. Devo dire che la quota comincia a farsi sentire, le gambe sono pesanti come quelle di un elefante. Dal crestone passiamo alla crestina finale.



E' presto, troppo presto, e all'attacco della crestina ci sediamo per aspettare l'alba.



Non ci sono parole per descrivere ciò che sto vedendo, è qualcosa di estremamente bello. Dietro di noi si vedono le luci delle altre cordate che salgono lentamente.





La cresta è abbastanza esposta ma non è troppo stretta. Inoltre non c'è vento (che fortuna!) e questo rende la scalata molto più sicura.



Mancano pochi metri. Il sole non è ancora sorto ma le prime luci cominciano ad illuminare il paradiso che ho intorno.



Il cuore batte forte, la fatica sparisce e l'emozione sale...



Alle 06:40 circa sono sulla vetta dell'Huayna Potosi (6088 mt) !!!



Sventolo con orgoglio la bandiera dei "Camosci d'Abruzzo".



La soddisfazione è enorme, non avevo mai toccato una quota così alta, ed una lacrimuccia mi accarezza la guancia. Tutti gli sforzi, fisici ed economici, fatti negli ultimi mesi, sono stati ripagati. L'unica cosa che tanto mi manca in quest'impresa è la compagnia di Alessandro e Simonetta, che con me hanno condiviso tutto ed ora non sono qui a godersi l'alba ad oltre 6000 metri. Amici, sono salito anche grazie a voi e per voi!



La palla solare comincia a formarsi nel cielo.





Le immagini parlano da sole.





Ci sono delle persone che salgono dall'altro versante, molto più severo.







Manca un'altra cosa da far sventolare in vetta, la maglietta di BiMo sport, la migliore cantina... ehm... il miglior negozio di biciclette di Chieti



Foto con la fidatissima guida Lucio che oggi mi ha tirato il collo (potevi andare un pò più piano! ).



Dopo una mezz'oretta arrivano anche Ilario, Giovanna e Gianluca. Complimenti!!!





Come dice il saggio: "l'importante non è arrivare ma ritornare". Recupero la concentrazione, metto da parte l'euforia e comincio la discesa dalla stessa via di salita.



Dietro di me, Lucio mi osserva così come un pastore Abruzzese controlla le pecore.







A parte la crestina iniziale, che bisogna affrontare con la massima attenzione, il resto della discesa è abbastanza veloce. In alcuni punti ho voglia di "abbendarmi" (scendere di corsa), ma la quota me lo sconsiglia. Bisogna sempre essere prudenti.





Con il sole posso ammirare lo stupendo percorso che abbiamo fatto di notte. In salita, anche se c'era una luna stupenda, non potevo capire pienamente i vari passaggi della via.





Comincia a fare caldo, il vento è assente e la neve è ottima. Pachamama è stata molto clemente con noi. Non finirò mai di ringraziarla.







Alle 08:35 siamo nuovamente al rifugio. Mangiamo una zuppa, sistemiamo gli zaini e scendiamo tutti insieme a valle.





La salita alla cima non è particolarmente tecnica. Bisogna fare attenzione solo alla cresta finale che dipende dalle condizioni in cui si trova (oggi erano perfette). Per il resto, la difficoltà è data dalla quota e si sente!

Nel pomeriggio ci facciamo tre birrette al museo della birra di La Paz e passiamo a salutare e ringraziare Jenaro. La sera mangiamo un arrosto di dinosauro

Venerdì 07/07/2017 - Aeroporto di El Alto - Italia

Alle 06:00 ci viene a prendere l'encomiabile Lucio e ci porta all'aeroporto di El Alto. Lo salutiamo calorosamente con un arrivederci e non con un addio.



Alle 10:10 partiamo con la Latam verso Lima, poi con l'Airfrance verso Parigi ed infine, sempre con l'Airfrance, verso Venezia che raggiungeremo il giorno successivo.



Che dire, è stata una delle più belle avventure della mia vita. La voglia di scoprire altre meraviglie delle Ande è molto forte. Chissà se un giorno tornerò da queste parti...

Ringrazio i compagni d'avventura Gianluca e Giovanna ed i miei amici Simonetta ed Alessandro (ispiratore, promotore ed organizzatore del viaggio).



Grazie Huayna Potosi per avermi permesso di salire.

Viva la montagna e chi la rispetta!


4 Commenti
Articolo del 30 Aug 2017 by Marco
by Alfredo @ 08 Sep 2017 06:22 pm
Racconto veramente emozionante.
Sono stato coinvolto al cento per cento.
Solo il pensiero che quella maestosa montagna ha accolto amorevolmente sulla sua cima i Camosci d'Abruzzo mi riempie di gioa il cuore.
Fantastica avventura sia umana che alpinistica.
by fausto_74 @ 08 Sep 2017 06:57 pm
Bravi tutti. Bellissima e toccante relazione. Complimenti a tutti... nella prossima vita ci farò un salto anch'io!
by Alberto @ 09 Sep 2017 10:54 pm
Bravi Tutti, veramente una bella ed unica esperienza!!!
by Marco @ 19 Sep 2017 10:30 am
Siiiiiiii! Nella prossima vita organizziamo un'altra spedizione. Ne vale veramente la pena.
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