Pianoro Campitelli (1430m), ore 09:20.
Il sottoscritto Puzzola, Trombetta ed Emanuela ci incamminiamo dal parcheggio in direzione NO lungo il sentiero L1.
Ecco che lasciamo sulla nostra destra l’inizio del K2 (non la montagna ma il sentiero che scende al lago della Montagna Spaccata).
La nostra intenzione è quella di prendere sulla destra il sentiero L2 poche centinaia di metri più avanti (così è segnato sulla cartina).
Camminiamo, camminiamo, camminiamo nel bosco e di questo L2 non si vede neanche l’ombra.
Ok, non ce ne siamo accorti!
Ok, attuiamo il piano B, percorreremo al contrario quello che volevamo fare ora.
Lungo il tortuoso cammino incrociamo qualche quadrupede bovino.
Dopo circa un’ora di cammino usciamo dal bosco guidati da un terrificante bramito.
Mamma mia! E se il cervo maschio è qui vicino? Ci incorna facendo uno spiedino!
I nostri sguardi si levano sull’altura alla nostra sinistra (S) precisamente il Monte Miele.
Un’esagerazione di bestie a quattro zampe con e senza corna sovrastano il verde crinale assolato.
Ovviamente l’esemplare più maestoso è quello che va a finire sopra questo sito.
Altri animali corrono sul versante opposto della valle.
Dopo una mezz’ora abbondante di osservazione e di fotografia, riprendiamo il nostro simpatico cammino fino all’ormai storico grande fortino.
Qui c’è gente da “tutto il mondo” per immortalare questo fantastico spettacolo della vita, sembra di stare alla festa di S. Rocco a Roccamontepiano…manca solo la porchetta (il vino lo porto io).
Ora, abbandoniamo il sentiero segnato (non si fa) per prendere una traccia che attraversa in direzione NE la piana di Biscurri.
Ci allontaniamo pian piano dai cervi ed a Emanuela viene la nostalgia.
Ripete continuamente che abbiamo sbagliato di andare via da quel luogo.
Spero di no!
Saliamo lentamente verso la sella che divide il M. Tartaro dalla sua anticima.
Finalmente, nella valle ad E (quella che separa Cima Biscurri dalla cresta NE del Tartaro), un numeroso branco di cervi e cerbiatte contribuiscono a placare la fame di natura che oggi abbiamo portato da Pacentro.
Super zoom.
Il percorso non finisce qui, dobbiamo proseguire ancora in salita fino alla sella.
Per una volta che mia moglie viene in montagna non posso non farmi una foto con lei (spero che venga anche altre volte!)
Ecco a voi lo spettacolo pirotecnico della natura, colui che manipola il metano a suo uso e piacimento, il conte Dracula delle cantine sociali, il terrore del Montepulciano d’Abruzzo…
…Mister TROMBETTAAAAAAAA!!!!!!!!
Eccoci alla sella.
Per motivi di tempo e di animali decidiamo di non salire sul Tartaro ma di iniziare a tornare indietro dall’altro versante.
Ore 13:10 Anticima del Monte Tartaro.
Scendiamo verso la Valle Lunga (N) per una traccia abbastanza dissestata alla fine della quale però la nostra fatica viene ricompensata ampiamente.
Un simpatico branco di camosci pascola tranquillamente senza dare troppa importanza alla nostra presenza.
Ora una meritata pausa pranzo è d’obbligo.
Con le panze piene ripartiamo lungo il sentiero K3 in direzione NE.
Secondo i miei calcoli si potrebbe tagliare accorciando di qualche metro.
Osservando la cartina penso che, imboccando un piccolo canyon in direzione SE, ci dovremmo ritrovare sulla giusta via senza problemi.
Ok, vai per il taglio.
Inizialmente sembra andare tutto liscio ma un paio di salti di una decina di metri ci costringono ad aggirare sul bordo destro questo stretto canale.
Un animalesco collega ci guarda attonito come a dire: “Ma come vi viene in mente?!?!”
Finalmente riprendiamo il K3 che seguiamo a scendere per quasi un’ora.
Stiamo quasi perdendo le speranze di trovare il bivio dove inizia il sentiero L2 che ci riporterebbe a Campitelli.
Se qui proseguiamo a scendere andiamo a finire al lago di Barrea.
Finalmente compare magicamente di fronte a noi il “leggendario” palo segnaletico!
Dai, imbocchiamo L2.
Ora voglio proprio vedere dove sbuca, visto che all’andata non l’abbiamo individuato.
Si sale nuovamente nel bosco, questa volta in direzione S.
Dopo 40 minuti circa finisce finalmente questo sentiero, ma dove sbuca? Perché all’andata non l’abbiamo visto? Ci siamo cecati?
Ma ovvio, perché il sentiero segnato sulla cartina è sbagliato!
L2 non esce (o inizia) sul L1, ma sul K2!
Cartografi fate attenzione che così si perde la gente!
Menomale che siamo un po' agricoli e di terre ce ne intendiamo!
Alle ore 17:00 siamo finalmente tornati al punto di partenza.
Bellissima escursione colorata da varietà cromatiche che solo in questa stagione si vedono.
Felicissima è stata anche Emanuela che non aveva mai camminato così a lungo e ce l’ha fatta alla grande. BRAVA!
W LA MONTAGNA E CHI LA RISPETTA.
Di seguito una piccola cartina del percorso effettuato.
In viola ho riportato il taglio del sentiero lungo un canale ed L2 corretto. Ossevate l'errore.
Vista da Google Hart.