Il Bigfoot della Majella, ha appena smontato dal turno di notte in ospedale ed alle 07:05, senza dormire, prendiamo l’autostrada.
Ore 08:58, iniziamo a camminare, dopo la salita in funivia, dalla “Madonnina”.
Siamo un po’ pesanti per via del carico negli zaini: corde, caschi, moschettoni, ferraglie, cordini, bottiglie di grappa, birre, arrosticini, etc.
L’avvicinamento peri ripidi pendii erbosi è tutt’altro che poco faticoso!
Alle ore 09:45 siamo all’attacco.
Rapidi preparativi ed alle 10:00 si inizia.
Il primo tiro è ovviamente il più duro della via (un camino IV+) ma con calma e sangue freddo lo si supera senza grossi problemi. Sosta su catena.
Cosa è successo? O sono più attento del solito o nel corso degli anni gli alpinisti ci hanno lasciato i chiodi. Non ho mai messo tante protezioni!
Piccolo Sali/scendi aereo e vai con il secondo tiro.
Ecco un altro camino ma più facile del primo.
Questa volta la sosta è formata da un cordone tra due chiodi.
Ora la relazione dice di proseguire dritti lungo il filo di cresta ma a me ultimamente si sono staccate delle rocce, quindi preferisco aggirare l’ostacolo sulla sinistra lungo un espostissimo traverso.
Poi si risale per una “gradinata” erbosa.
Ora arriva uno dei tratti più belli della via: una affilatissima (o quasi) ed espostissima cresta di solidissima roccia.
Impossibile non divertirsi.
Lo yeti abruzzese, con le sue possenti mani, sgretola la roccia come se fossero biscotti di pasta frolla.
Che coppia!
Adesso le difficoltà si attenuano e procediamo di conserva seguendo sempre più a meno l’andamento della cresta.
Inutile salire sull’anticima per poi riscendere, la tagliamo per una per una piccola cengia erbosa sul versante N per poi giungere alla forchetta che la separa dal massiccio della vetta.
Altro piccolo passaggio esposto.
Con eleganti passi di danza, lo yeti ballerino delle montagne abruzzesi, supera con disinvoltura l’aereo passo che ci separa dalla forchetta.
La forchetta.
La fame aumenta!
Ora per semplici placche si procede verso la sommità.
Ore 13:05, la vetta.
DAI GAS!
Ripartiamo di slancio.
Alle 13:30, ci concediamo una pausa birra sulla Prima Spalla.
Alle 14:00 ripartiamo lungo la via normale per poi imboccare il sentiero Mastrangelo Anselmo Ventricini (un calzolaio del luogo che fabbricò le scarpe per tutti gli alpinisti intorno agli anni ’40, loro come ringraziamento gli dedicarono un sentiero attrezzato…non è vero però sarebbe stato bello!).
Inutile descrivere per l’ennesima volta il percorso: ci sono corde metalliche, scalette e pioli.
Alle nostre spalle il canale Bonacossa.
Alle 15:55 siamo di nuovo la piazzale di Prati di Tivo assetati come beduini del deserto.
Il rimedio alla sete.
DAI GAS!