Venerdì 05/04/2019.
Davanti ad una damigiana di Montepulciano, scoppia una “lite furibonda” per decidere l’orario di partenza: io opto per le 04:00 a.m. ma l’ubriacone di trombetta (che soffre da stress da abbandono cuscino) vuole partire alle 06:00 a.m.
Man mano che il vino cala, le idee si “schiariscono” e veniamo a convenire di partire alle 05:00 a.m.
Sabato 05/04/2019 (sabato è 6, non 5) si parte alle 05:10 dallo stadio di Chieti Scalo.
Un piccolo contrattempo di mezz’ora (sbaglio sbadatamente strada) fa si che iniziamo il cammino dai Prati del Sirente (1150m) alle 07:00 in punto.
Oggi (unico operaio del gruppo) sono in compagnia di, niente popò di meno che, ben due ingegneri. Oggi sarà una spedizione scientifica.
Puntiamo una costruzione con il tetto a punta ma ce la lasciamo sulla destra. Più avanti c’è un rifugio bianco chiamato “Precoine” (se so ancora leggere!).
Accanto a questo è visibile un largo sentiero sulla destra che si inoltra nel bosco.
Questo è segnato con ometti e sporadici bolli rossi sugli alberi.
In assenza di neve è molto difficile perdersi.
Ora si sale più ripidamente fino ad uscire in una radura con ancora un tratto di bosco davanti.
Adesso si possono seguire due opzioni:
1) scendere nella radura, attraversarla per poi risalire brevemente nel tratto di bosco;
2) aggirare sulla sinistra (più pianeggiante) il boschetto;
scegliamo la numero uno.
Ci troviamo sotto l’imponente dolomitica parete nord,veramente impressionante!
Davanti a noi è ben evidente la via da affrontare, fa quasi paura a vederla!
Il ripido avvicinamento si svolge prima su vecchie scariche di neve e poi su bianchi pendii.
La Majella ci osserva.
Ore 09:10, iniziamo a fare sul serio!
La nevicata dell’altro ieri ha incrostato le pareti rendendo invernale questa primaverile ascesa.
Di contro però, questa cavolo di polverina ci casca continuamente addosso dall’alto ed a tratti si è posata sul pendio rendendo più faticosa l’ascesa.
Comunque la montagna è così: come la trovi te la pigli!
Questo stretto canalino è davvero divertente!
Non procediamo sempre di conserva ma qualche sosta e qualche protezione gliela molliamo. Facciamo finta di essere persone “serie” ogni tanto!
Ora c’è un bel muretto di ghiaccio semi vivo verticale.
Nelle relazioni c’è scritto che, a seconda dell’innevamento, la pendenza potrebbe variare da 50° fino a 70°…ecco, noi l’abbiamo trovato leggermente strapiombante.
Le alte temperature dei giorni precedenti, insiemi agli insistenti venti caldi, hanno fatto sciogliere la neve che poi si è ricongelata sulla roccia in seguito alle basse temperature di queste ultime due notti.
Ora basta, sto parlando troppo difficile!
Allora, sta piccola cascata mi fa abbottare proprio gli occhi.
Per fortuna il canale è stretto e posso aiutarmi appoggiandomi alle pareti.
In realtà volevo farmi più il figo perché ero sicuro che in questo passaggio sarebbero uscite delle foto ad alto livello ma è andata così…pare che stiamo in piano!
Dopo avergli scroccato un paio di viti psicologiche, vado più avanti e gli sparo due chiodi mbacce (in fronte) a na pret per assicurare sia me che la corda dei miei compagni.
Molla tutto, quando vuoi, vieni, vengo, arivieni, ho ma ci sind! Ndundì camine! Uè calma calm! Zitt, me s’ha gnilit l’ det!
Insomma ci si danno i vari comandi canonici e si va avanti.
Uno per volta superiamo tutti quanti il “mostro” di ghiaccio.
Uagliò jete pian ca la corde s’allend! (Ragazzi non correte troppo in quanto non riesco a tenervi così repentinamente in tiro dando seguito ad un calo di tensione della corda!)
Al termine del primo canalino, si arriva all’intersezione della X, breve traverso e ne riparte un altro meno pendente.
Verso l’uscita si deve superare un breve muretto con “crepaccia terminale” ma niente di impossibile.
Arriviamo ad una grande cengia alla base dei pendii sommitali.
Ora non dobbiamo fare altro che sceglie a vista il percorso migliore da risalire.
Su questo non sono molto bravo ed infatti mi vado a complicare la vita attraversando quasi completamente questa, non difficile ma espostissima cengia.
Tutto ok, possiamo andare.
Ora bisogna salire il ripido pendio (35/50°) per la via più logica (quello che non facciamo!)
L’unica difficoltà è quella di non scoppiare affondando in mezzo alla neve fresca.
Per fortuna che nei tratti non ventati il rampone entra da favola!
Guardiamo un po’ in alto il punto dove possiamo uscire.
Lo puntiamo procedendo dritti come dei siluri. (odio questo fotografo!
)
Tra una goccia di sudore e l’altra ecco l’uscita.
Come affaccio la testa mi si porta il vento…meglio rimanere e testa bassa!
Oggi sarebbero uscite foto da copertina di una rivista specializzata di alpinismo, invece, per colpa di un vecchio catorcio di macchina fotografica che non riesce a stare ferma nelle mani dell’operatore, tuffandosi sempre nella neve per non farsi sfruttare,...
...escono certe ciofeche di immortalazioni da film horror.
Ecco gli ingegneri. (hanno preso la laurea alla scuola serale!
)
Alle 13:00 siamo tutti fuori…di testa!
Oggi ricorre il decennale della tragedia de L’Aquila, anche o soprattutto per questo decidiamo di salire sopra una vetta della stessa provincia.
Salutiamo tutti quelli che sono saliti in cielo.
Ora non ci resta che percorrere il breve tratto di cresta fino in vetta.
Ore 13:13.
Il fastidioso vento non ci consente di fare un autoscatto.
Scendiamo di corsa prima che facciamo la fine degli stoccafissi in Norvegia.
Ecco le tracce di uscita…bhe una sessantina di gradi ci potrebbero stare…facciamo 55!
Procedendo circa per 200m in direzione NO ecco che sulla sinistra ci si presenta in canale Gemello di Sinistra.
Ci tuffiamo a pesce dentro di questo.
I primi 10m saranno forse a 45°, poi si stabilisce sui 30°/35° non so, comunque è molto molto semplice (quasi quasi ci torniamo con gli sci!)
Purtroppo però la pessima qualità della neve forma di continuo lo zoccolo sotto i ramponi. Non finisce qui, perdendo quota si inizia ad affondare fino al ginocchio…mo un paio di sci!
Osservatori.
Con estrema lentezza, onde evitare spaccamenti di ginocchia e spezzelli vari (caviglie in Italiano), arriviamo finalmente fino alla base del canale e, al primo grande masso che vediamo, è obbligatorio rifocillarsi.
Una sana tazza di Montepulciano ci sta tutta!
Devo dire che il sole è gradevole! Rimarrei qui fino a domani!
Purtroppo appena il sole scompare dietro l’imponente parete dobbiamo scappare.
Comunque più di un’ora siamo stati, dai!
Riprendiamo in discesa le tracce di salita e rapidamente ma anche allegramente (il vino si sente!) torniamo al punto di partenza.
Bel prato, stamattina non ci avevo fatto caso!
Ore 16:41, l’atterraggio.
Reintegro n°1.
Reintegro n°2…i successivi 47 non li mensiono!
Bellissima via molto tecnica e divertente.
W la montagna e chi la rispetta, w lo sport e gli sportivi.
DAI GAS!