Dopo il vero e proprio nubifragio del giorno prima, che non ci ha permesso di vedere le Tre Cime di Lavaredo (strade chiuse), approfittiamo di una finestra di bel tempo per cercare di salire sopra la Tofana di Rozes. L'idea è di valutare sul posto se percorrere la ferrata Lipella oppure la via normale.
Partiamo presto dal nostro Hotel a 5 stelle di San Vito di Cadore, per stare alle 06:45 al rifugio Rifugio Dibona, pronti per partire. Cè un po' di sole, quindi optiamo per la ferrata, sperando che sia asciutta.
La vista della Tofana è davvero impressionante. Che bella!
Il sentiero passa sulla sinistra, "ricio ricio" alle pareti meridionali della montagna. Il panorama è stupendo.
Dopo un'oretta di cammino, siamo all'inizio della via del Castelletto. Ci imbraghiamo, indossiamo il set da ferrata (il casco già l'abbiamo messo prima, sotto le pareti non si sa mai), la frontale e saliamo le prime staffe metalliche.
Una scala porta dentro la famosissima galleria di guerra del Castelletto.
Come le talpe, ci spariamo circa 200 metri di dislivello e rivediamo la luce. La visibilità è ancora buona.
Un traverso in discesa ci porta all'attacco ufficiale della ferrata Lipella. Non ci resta che seguire il cavo e divertirci.
Già dai primi passi, capiamo che la roccia non è asciutta, diciamo che è umido/bagnata. Proseguiamo quindi con molta attenzione.
In molti passaggi (quasi tutti), siamo costretti ad usare la forza invece della tecnica. Un po' di palestra non fa male.
In alcuni punti, l'acqua che scorre sulle pareti ci piove addosso. Sembra di essere all'Aqualand del Vasto!
Leggiamo più volte la relazione che portiamo dietro, per non prendere accidentalmente la deviazione che porta al rifugio Giussani. Ci siamo proccupati per niente, perchè il bivio è super segnalato.
Manca poco per uscire fuori dalle difficoltà.
Anche sui ghiaioni sommitali dobbiamo fare attenzione perchè troviamo del ghiaccio inzeppato fra le pietre.
Alle 11:35 siamo in vetta alla Tofana di Rozes (3225 m)!
Ci scattiamo a vicenda la foto di vetta perchè c'è nebbia, vento e fa freddo. Un clima ideale per rilassarsi
Purtroppo dalla cima non vediamo un granchè (praticamente nulla), ma fa parte del gioco.
Giriamo i tacchi e scendiamo lungo la via normale. La discesa è abbastanza "sbraciata" e non sempre ben segnalata, sinceramente non me l'aspettavo.
Poco prima di arrivare al rifugio Giussani (ore 12:55), Cocciasecca coglie l'occasione per allenarsi. Fa sopra e sotto lungo una spaccatura almeno una decina volte.
Il rifugio è in una bella posizione ed è ben tenuto. Consumiamo un caffè, una birretta e proseguiamo verso valle.
In una quarantina di minuti, alle 14:00, siamo al rifugio Dibona (anch'esso bello e ben tenuto) dove ci facciamo un meritato birrone.
Ora ci attende un piccolo viaggio verso la Val di Zoldo.
Viva le ferrate!